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Breve storia del matrimonio

La parola matrimonio deriva dal latino matrimonium, ossia dall'unione di due parole latine, mater, madre, genitrice e munus, compito, dovere; il matrimonium era nel diritto romano un "compito della madre", intendendosi il matrimonio come un legame che rendeva legittimi i figli nati dall'unione. Analogamente la parola patrimonium indicava il "compito del padre" di provvedere al sostentamento della famiglia.L'utilizzo del termine con riferimento all'unione nuziale si sviluppò con il diritto romano nel quale si diede riconoscimento e corpo al complesso delle situazioni socio-patrimoniali legate al matrimonium. Il matrimonio nel diritto romano era essenzialmente una situazione di fatto da cui l'ordinamento faceva discendere gli effetti civili. La forma non era disciplinata. I suoi presupposti erano la convivenza dell'uomo e della donna e la capacità di agire degli sposi, il conubium, che non tutti avevano, differentemente dal diritto moderno.

Il matrimonio era sempre preceduto da dei rituali anche di genere pagano che si diversificavano a seconda delle epoche. Il cristianesimo conservò gran parte di queste usanze, eliminando gli elementi che più richiamavano il paganesimo, come il sacrificio animale e introdusse la figura del sacerdote. Restò l'essenzialità dello scambio del consenso. La cerimonia cristiana rimase per lungo tempo una semplice benedizione degli sposi. Col Concilio di Trento venne disciplinata dal diritto canonico, mentre nei paesi protestanti cominciò a diffondersi l'esigenza di una celebrazione avente gli effetti civili, distinta dal matrimonio religioso. In Italia, con l'entrata in vigore del codice civile il 1 gennaio 1866 fu riconosciuto valore unicamente al matrimonio civile. Chi sceglieva anche il rito religioso lo celebrava precedentemente o successivamente a quello civile. A seguito del Concordato del 1929 tra l’Italia e la Santa Sede (Legge 27 maggio 1929 n. 847) furono affiancati al matrimonio civile il matrimonio concordatario e il matrimonio con rito geovita. Il Concordato fu rivisto nel 1984 e, per quanto riguarda la celebrazione del matrimonio, si stabilirono le clausole da rispettare perché un matrimonio celebrato secondo il rito cattolico potesse essere trascritto dall'ufficiale di stato civile e produrre gli effetti riconosciuti dall'ordinamento giuridico italiano.

Oggi in Italia sono previste tre forme di matrimonio, quello civile, quello solo religioso e quello religioso con effetti civili (matrimonio concordatario). I matrimoni religiosi i cui effetti sono riconosciuti civilmente dallo Stato italiano sono quelli celebrati davanti a un ministro di culto della confessione religiosa che ha stipulato un'intesa con lo Stato italiano.

Attualmente sono riconosciuti gli effetti civili dei matrimoni religiosi dei riti cattolici attraverso le seguenti intese tra Stato e confessioni religiose:

Queste organizzazioni religiose hanno anche sottoscritto intese con la Chiesa cattolica volte a riconoscere gli effetti civili dei matrimoni misti.

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