Lo stemma della Città è documentato solo a partire dal secolo XVI: ritrae uno stagno associato alla falsa etimologia del nome Oristano: «stagno d'oro». È probabile invece che lo stemma abbia avuto un'origine anteriore, rappresentando probabilmente il blasone della Capitale giudicale: il Museo Antiquarium Arborense custodisce due acquasantiere, provenienti con grande probabilità dalla cappella della Casa Comunale, contrassegnate dallo scudo in rilievo con i pali d'Aragona e da due stemmi della Città di Oristano, inquartati in una croce di Sant'Andrea, in capo e in punta ai quattro pali d'Aragona e ai fianchi a uno stagno dalle acque mosse. La data, incisa in cifre romane, è appunto MDLXI (1561).
In età sabauda Carlo Emanuele III concesse alla Città di poter «inquartare» nello stemma la croce argentata di Casa Savoia. Lo stesso (annotò il Lippi attorno al 1927) risulta quindi «spaccato di due: al primo la croce di Savoia; al secondo d’argento; al terzo uno stagno con riflessi azzurrognoli». Lo scudo è sormontato dalla corona normale di Conte che reca in cima sedici perle - di cui nove visibili - ed è ornato di palme. Per volontà del Sindaco Guido Tendas è stata sottoposta al vaglio di archivisti e storici una proposta di modifica dello stemma municipale e del vessillo comunale: l’ipotesi è quella di inserire nell’insegna civica l'albero degli Arborea in sostituzione della croce sabauda.
Lo Statuto Comunale (art. 7) recita che il Comune ha un proprio stemma e un proprio gonfalone. Nel Comune si espongono la bandiera di Oristano, il tricolore d’Italia e la bandiera della Sardegna, oltre a quella dell’Unione Europea, come stabilisce la normativa nazionale. Lo stesso Statuto evidenzia che Santa Croce (14 settembre) è la festa tradizionale della Comunità. Il 13 febbraio si ricorda invece il patrono della Città, Sant’Archelao (sacerdote e martire) - morto secondo la tradizione sotto la persecuzione di Diocleziano (inizi del IV secolo) - che è anche patrono dell’Archidiocesi.