Oristano è ancora tra le città italiane più rispettose verso l’ambiente.
Lo attestano i dati di Legambiente pubblicati dal Sole 24 ore con l’indagine Ecosistema Urbano 2018, l’annuale rapporto sulle performance ambientali delle città capoluogo realizzato con il contributo scientifico di Ambiente Italia, la collaborazione editoriale de Il Sole 24 ore e con il contributo di Ispra.
Oristano si piazza al tredicesimo posto tra le città italiane, prima tra le sarde, con un punteggio percentuale di 65,25% (era il 64,3% l’anno scorso quando era decima). Nuoro è 36/a con il 58,05%, mentre per trovare Cagliari e Sassari bisogna scendere sino alla 45/a e 59/a posizione, con entrambi i capoluoghi poco sopra il 50%.
Oristano, dunque, migliora come performance aumentando la percentuale, ma scivola di 3 posti nella classifica generale. Tra le città del centro-sud è superata Cosenza (quinta) e Macerata (nona). Prima in assoluto si conferma Mantova davanti a Parma e Bolzano. Ultima Catania, dietro Agrigento e Massa.
Il 25esimo rapporto Ecosistema urbano di Legambiente e Ambiente Italia, su dati 2017, presentato oggi a Milano, si basa su 17 parametri raggruppati in 5 macroaree (aria, acqua, rifiuti, trasporti, ambiente, energia).
Il monitoraggio dei 104 capoluoghi si basa su diversi fattori analizzati, dall'ambiente ai trasporti. Il punteggio viene assegnato sulla base dei risultati qualitativi nei 17 indicatori considerati dal rapporto che coprono cinque principali tematiche: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia.
Nella presentazione del rapporto gli organizzatori sottolineano che “l’Italia del buon ecosistema urbano è principalmente l’Italia che fa, che fa bene e spende bene le sue risorse, che si evolve e pianifica le trasformazioni future, che non s’accontenta dello scenario contemporaneo, che in uno o più ambiti produce ottime performance o raggiunge l’eccellenza. È l’Italia dei capoluoghi in testa alla graduatoria di Ecosistema Urbano di quest’anno: Mantova, Parma, Bolzano, Trento e Cosenza. Ed è anche l’Italia dell’AreaC e della mobilità condivisa di Milano, della gestione dei rifiuti di Oristano, Parma, Trento, Mantova, Treviso e Pordenone, della tramvia di Firenze (e magari in prospettiva quella dell’ambiziosa rete su binari di Palermo), che contiene lo spreco di acqua come Macerata e Monza, che investe sul solare come Padova, che teleriscalda 6mila studenti delle superiori come ha fatto Udine esattamente un anno fa”.
“Serve un governo delle città a livello nazionale – sottolinea Stefano Ciafani, presidente di Legambiente -. Non bisogna rispolverare il ministero delle Aree urbane di 30 anni fa, quanto piuttosto una politica governativa trasversale sulla riconversione ecologica delle città che guidi in modo sinergico le azioni dei vari dicasteri a vario titolo coinvolti, dall’Ambiente alle Infrastrutture, dalla Salute ai Trasporti, fino ad arrivare allo Sviluppo economico. Su alcuni fronti le politiche ambientali nelle nostre città migliorano anche in modo inaspettato, come nel caso dei rifiuti e dell’economia circolare, su altri, ancora troppi, c’è molto da lavorare”.
“Ci sono evidenti comportamenti dinamici di una parte dei centri urbani – aggiunge Alberto Fiorillo, responsabile aree urbane di Legambiente e curatore insieme a Mirko Laurenti e Lorenzo Bono del report – e una stasi altrettanto chiara in altri che ci porta a distinguere due specie distinte, due categorie opposte, diverse da quelle solite nord-sud, grandi-piccoli, ricchi-poveri. Da una parte città formica, laboriose, che non s’accontentano, dall’altra città cicala, che cantano future trasformazioni e in realtà assecondano la crisi ambientale urbana anziché cercare di correggerla. Insomma il cliché, valido in passato, del centro urbano medio-piccolo del nord come luogo predestinato alla qualità ambientale non è più universalmente valido Lo dimostrano i balzi avanti della metropoli Milano e della meridionale Cosenza. Non più liquidabili come singole eccezioni, dal momento che Ecosistema Urbano registra prestazioni positive anche a Oristano, Macerata, Pesaro”.
“Passano gli anni e puntualmente ci troviamo a commentare gli ottimi risultati che la nostra città ottiene nelle indagini nazionali sulle qualità ambientali – spiegano il Sindaco Andrea Lutzu e l’Assessore all’Ambiente Gianfranco Licheri -. C’è una continuità nei risultati che è molto significativa. Da anni Legambiente riconosce le nostre qualità ambientali sulla base di una griglia di parametri oggettivi. Ma sul fronte ambientale sono numerosi i riconoscimenti che puntualmente premiano Oristano: Bandiera blu, Bandiera verde, Raccolta differenziata e prevenzione dei rifiuti. Insomma, le statistiche fotografano una città con una grande qualità della vita. E se è vero che perdiamo tre posti nella classifica generale è altrettanto vero che miglioriamo nella percentuale. Quindi miglioriamo, ma c’è chi è riuscito a migliorare più di noi. Uno stimolo in più a fare ancora meglio”.
“Oristano, Nuoro e Benevento, sono le migliori città del sud e delle isole per la percentuale di raccolta differenziata - aggiunge l’Assessore Licheri -. Siamo secondi a livello nazionale nei consumi idrici domestici, ma andiamo male con la dispersione idrica della rete. In generale Legambiente giudica sufficiente la qualità dell’aria, buona la gestione dei rifiuti, ottima la concentrazione media di biossido di azoto nell’aria (siamo terzi), mentre va male il trasporto pubblico. La produzione di rifiuti urbani è di 480 chili a testa, mentre la raccolta differenziata raggiunge il 78,5% e la percentuale degli abitanti serviti raggiunge il 100% della popolazione”.
"Purtroppo anche quest’anno mancano i dati sulla ciclabilità e la pedonabilità – osserva Licheri -. Con quei dati probabilmente avremmo potuto guadagnare qualche altra posizione, ma in generale il quadro che emerge dallo studio è confortante”.
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