“No a una sanità Cagliari centrica o Sassari centrica. Sì a una redistribuzione delle risorse disponibili per garantire il diritto alla salute di tutti i sardi e da subito dichiarazione dello stato di emergenza sanitaria per il centro Sardegna”.
Sono le richieste che da Oristano partono verso Cagliari al termine dell’ennesima manifestazione di protesta che ha coinvolto tanti cittadini, sindaci, sindacati, forze sociali.
Quasi 500 i manifestanti che si sono ritrovati in piazza Roma, a Oristano, per chiedere all’Assessorato regionale della sanità la dichiarazione dello stato di emergenza sanitaria per il Centro Sardegna. A organizzare l’iniziativa è stato il Comitato per il diritto alla salute, insieme con il Coordinamento dei Comitati e Associazioni per la difesa della sanità pubblica e del diritto alla salute della Sardegna Centrale.
Tanti i manifestanti e tanti gli interventi dal palco, anche dei rappresentanti dei comitati di altre zone della Sardegna.
Maria Carmela Marras, del Comitato per il diritto alla salute della provincia di Oristano, ha chiesto lo stato di emergenza sanitaria e le dimissioni dell’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu.
Tanti i primi cittadini in fascia tricolore e tra loro anche il Sindaco di Oristano Andrea Lutzu, presidente del Distretto sanitario, che, aprendo la manifestazione, ha evidenziato la necessità di un riequilibrio delle risorse umane e finanziarie: “Per l’ennesima volta siamo in piazza tutti insieme, istituzioni, comitati e cittadini, a protestare per le condizioni della sanità. Le richieste sono forti e sono chiare da tempo, sono le stesse da anni. La sanità sarda non deve essere Cagliari centrica e Sassari centrica. Occorre che alla carenza di medici si faccia fronte con provvedimenti straordinari: deve essere attuata una politica di una redistribuzione delle risorse e dei medici. I territori che sono avvantaggiati devono mettersi una mano sulla coscienza e aiutare quelli più in difficoltà. Oristano e il nuorese sono territori svantaggiati. Noi sindaci siamo dalla parte giusta della barricata, siamo dalla parte dei comitati perché la crisi della sanità è drammaticamente sotto gli occhi di tutti e perché ogni giorno viviamo le difficoltà dei cittadini. Siamo le autorità sanitarie locali, ma siamo generali senza esercito e mi piace sentire i comitati che dicono che sono loro il nostro esercito. Noi non molliamo la presa e continuiamo a protestare per ottenere dei risultati. Per onestà dobbiamo dire che qualcosa si sta ottenendo relativamente all’Ospedale San Martino dove qualche medico è arrivato e altri sono in arrivo. La battaglia sulla pediatria, condotta dai comitati, dal Consiglio comunale e dai sindaci, ha portato dei risultati. Ma aspettiamo buone notizie anche sul Pronto soccorso e su emodinamica h24”.
Forte la denuncia sulla grave carenza di medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta e pressante la richieste della revisione del numero chiuso per l’accesso al corso di laurea in Medicina, dell’abbattimento delle liste d’attesa.
Presenti in piazza i dirigenti dei sindacati Cgil, Cisl e Uil con una nutrita rappresentanza, i dirigenti dei sindacati del comparto sanitario, l’Ordine dei medici di Oristano, dirigenti di associazioni di volontariato, consiglieri comunali. Tante anche le bandiere della pace con gli striscioni di vari comitati e associazioni, formazioni politiche e sigle sindacali.
Presente in piazza anche l’arcivescovo di Oristano monsignor Roberto Carboni.