Effettuare la diagnosi di un esame radiologico a distanza, grazie all’utilizzo di un sistema di telegestione che permette di abbattere la distanza fisica fra il paziente e il medico radiologo e consente di avere un referto sicuro e attendibile in tempo reale.
Alla Asl di Oristano è già operativa la procedura per la telegestione nella diagnosi per immagini in condizioni d’urgenza, definita grazie all’apporto di diversi professionisti: il direttore della struttura di Radiologia Marcello Mocci, il responsabile del Servizio di Radiologia di Ghilarza Lido Pinna, il tecnico di radiologia Ferdinando Putzolu e la specialista in fisica medica Emanuela Tumminia.
La procedura viene utilizzata per esami d’urgenza che non richiedono la somministrazione del mezzo di contrasto, in condizioni di estrema sicurezza per il paziente, come previsto dalla normativa nazionale.
"Il sistema funziona in questo modo – spiega il direttore della Radiologia Marcello Mocci – il medico di pronto soccorso o di reparto richiede un esame radiologico urgente. Il tecnico sanitario di radiologia medica, presente nel luogo dell’esame, lo esegue ed invia in tempo reale le immagini, attraverso il sistema RIS-PACS, al radiologo, che a distanza effettua la telediagnosi e rinvia il referto al mittente".
Il vantaggio è duplice: per il paziente, che può ricevere una diagnosi sicura in tempi estremamente rapidi senza dover essere trasferito, e ciò significa guadagnare minuti preziosi in situazioni d’urgenza; per il sistema sanitario, che può mettere in rete le proprie risorse professionali ottimizzandone la disponibilità, per garantire gli stessi livelli di assistenza a tutti i pazienti, anche a quelli più lontani dalle strutture ospedaliere maggiori.
"Il modello è quello dell’hub and spoke – prosegue il direttore del Servizio di Radiologia – un ospedale di riferimento, nel quale opera il radiologo, collegato in tempo reale per la telerefertazione d’urgenza con gli altri stabilimenti ospedalieri del territorio. Nel nostro caso, questo si declina nel rapporto fra gli ospedali di Oristano con Ghilarza e Bosa".
Altri ambiti di applicazione della teleradiologia, codificati nella procedura, sono il teleconsulto e la teleconsulenza. Il primo permette a più medici, fisicamente distanti, di comunicare tra loro attraverso un network informatico per definire la diagnosi di un caso e programmarne la terapia. La seconda è invece una prestazione professionale richiesta da un medico per avere un parere qualificato su un caso di particolare rilevanza o di difficile diagnosi. "Potenzialmente siamo in grado di collegarci e condividere i nostri dati con tutti gli ospedali del mondo, in condizioni di sicurezza e riservatezza – evidenzia il dottor Mocci – e questo significa poter usufruire di consulenze d’eccellenza senza costringere il paziente a spostarsi fisicamente, ad esempio, nella penisola o oltreoceano".
Quello della telegestione nella diagnostica per immagini è il primo passo compiuto verso la telemedicina: la procedura recentemente approvata farà da apripista ad altri ambiti, come la cardiologia o la diabetologia, nei quali l’utilizzo delle nuove tecnologie potrà rivelarsi altrettanto prezioso.