Le notizie certe sono poche, un breve passo nel commento al salmo 118 di S. Ambrogio e la Depositio Manyrum sono i soli documenti storici da cui è possibile ricavare i pochi elementi certi sulla vita del santo, tra questi il luogo del martirio, di sepoltura in catacumbas e della festività liturgica fissata da antica data al 20 gennaio. La ricostruzione invece è possibile tramite il racconto la Passio S. Sebastiani, una specie di romanzo storico in gran parte frutto della fantasia dell'autore. San Sebastiano secondo quanto raccontato, si sarebbe trasferito a Roma dalla sua città natale e, grazie alla stima degli imperatori Diocleziano e Massimiliano, gli fu affidato il comando della cohortes pretoriana.
Grazie all'alta carica raggiunta e alla fiducia imperiale riesce a diffondere il messaggio cristiano tra le famiglie nobili e i magistrati, fino a convertire il prefetto di Roma, città in cui Sebastiano ormai vive. Oltre alla diffusione della dottrina cristiana Sebastiano dedicava il suo tempo all'assistenza dei carcerati e alla sepoltura dei martiri Scoperta questa attività fu condannato al martirio saettato dai propri commilitoni, creduto morto abbandonarono il corpo che ritrovato da una nobildonna fu trasportato nella sua casa e curato. Guarito non volle lasciare Roma, come consigliato dagli altri cristiani affinché salvasse la sua vita ma affrontò l’imperatore Diocleziano durante una celebrazione nel Tempio di Ercole.
Per ordine dell'imperatore fu frustato a morte e il corpo gettato nella cloaca massima affinché si disperdesse ma una donna, alla quale il Santo era apparso in sogno indicandole il posto in cui il suo corpo si era arenato lo ritrovò e gli diede sepoltura, come lui stesso aveva richiesto, nella catacomba sulla Via Appia "accanto ai resti degli apostoli". La festività di S. Sebastiano martire, è celebrata dal mondo d'occidente il 20 gennaio e dal mondo orientale il 18 dicembre. Nel tempo San Sebastiano insieme a S. Antonio, S. Rocco,S. Cristoforo e i Ss. Ausiliatori fu legato sopratutto alla protezione contro la peste.
La spiegazione della scelta di San Sebastiano patrono dei Vigili Urbani d'Italia la troviamo nel Breve Pontificio del 3 Maggio 1957 con il quale Pio XII ha formalmente proclamato il santo martire"custode di tutti i preposti all'ordine pubblico che in Italia sono chiamati "Vigili Urbani". Il Breve Pontificio così recita "Tra gli Illustri martiri di Cristo, i militari occupano un posto di primissimo piano presso i fedeli, per la loro peculiare religiosità e per l'ardente impegno a compimento del dovere.
Tra questi brilla San Sebastiano che, come viene riferito dalla tradizione, durante l'impero di Diocleziano fu comandante della coorte pretoriana e fu onorato con grandissima devozione (omissis). a lui come patrono si consacrano molte associazioni sia militari che civili attratte dal suo esempio e dalle virtù cristiane (omissis). per cui dopo aver consultato la Sacra Congregazione dei riti, soppesata accuratamente ogni cosa, con consapevolezza e matura deliberazione, nella pienezza della nostra potestà Apostolica in forza di questa lettera costituiamo e dichiariamo per sempre San Sebastiano Martire custode di tutti i preposti all'ordine pubblico che in Italia sono chiamati "Vigili Urbani" e Celeste Patrono con tutti i privilegi liturgici, specialmente quelli che competono, secondo rito, ai Patroni (omissis). dato a Roma presso San Pietro sigillato col timbro dell'anello del Pescatore il 3 Maggio 1957, undicesimo del nostro Pontificato".
Senza dubbio l'attività militare "cittadina" di San Sebastiano svolta al pari con quella cristiana a favore dei sofferenti ha fatto si che venisse scelto come patrono della Polizia Municipale.