Indirizzo: Piazza Roma - 09170 Oristano
Il primo documento in cui appare la denominazione Torre de Port'e Ponti dell'anno 1500, mentre nelle delibere comunali dei secoli XVI-XX menzionata come Torre di San Cristoforo, da un retablo (raffigurante San Cristoforo, protettore dei viandanti) che un tempo era custodito al suo interno.
La torre senza dubbio l'elemento più significativo tra i pochi tratti residui della cinta muraria costruita dal giudice arborense Mariano II alla fine del XIII secolo. In essa si apriva l'ingresso settentrionale della città, connesso con la via, nota già in età romana ma sicuramente ancora utilizzata nel medioevo, che si dirigeva verso il nord dell'Isola.
Originariamente saldata alla cinta muraria, come può ancora notarsi nella parte inferiore, dove sono visibili i blocchi di connessione, si erge oggi isolata al centro della piazza Roma.
L'accesso alla torre e alla città era dotato, presumibilmente, di ponte levatoio ed era difeso da un piombatoio e da un doppio sistema di chiusura che prevedeva una saracinesca, azionata da argani sistemati al secondo piano, ed una seconda porta a battenti.
L'edificio costruito interamente in conci squadrati d'arenaria. Fino ad un'altezza di m. 5,20 i blocchi presentano una lavorazione a bugnato di buona fattura, utilizzata anche nei conci che inquadrano il fornice a tutto sesto dell'ingresso, nel quale si apre un arco a sesto acuto in cui scorreva una saracinesca.
Per quanto riguarda l'impianto architettonico, esso si compone di due volumi sovrapposti, entrambi a pianta quadrata: il primo, alto 19 metri sovrastato da 5 merli guelfi per ogni lato. Il primo piano, nel quale si aprivano due porte che lo mettevano in collegamento con il camminamento di ronda della muraglia, presenta due feritoie centrate su prospetti laterali, a difesa dell'ammassamento con le mura cittadine. Altre tre feritoie, di cui una sul prospetto principale, si aprono al secondo piano. Il terzo piano costituisce, infine, la base per una torretta alta quasi 10 metri, a base quadrata, con una rastremazione scandita da due lesene e sovrastata da tre merli guelfi per lato. Nella torretta si apre un fornice a tutto sesto, nel quale trova posto una campana in bronzo, posta nel 1430, sotto il marchesato di Antonio Cubello, come si evince dalla bella iscrizione che la circonda.