Nel 1804 il vicerè del Regno di Sardegna Sua Altezza Reale Carlo Felice, constatata la necessità di salvaguardare la salute del suo Regno emetteva un Regolamento Pratico Sanitario che prevedeva l’adozione di controlli sanitari severissimi quali: l’utilizzo dei lazzaretti per isolare i malati, disposizioni che regolamentavano gli approdi, le quarantene, il controllo del movimento delle persone e delle merci. L’isola, meta costante di navi provenienti dall’estero e da sempre approdo di quelle corsare, era particolarmente esposta al pericolo del contagio e delle epidemie che di frequente infettavano il Mediterraneo, come ad esempio la peste, la malaria e il colera fronteggiate ricorrendo a misure come le quarantene e patenti sanitarie.
L’appendice al capitolo II di questo nuovo regolamento sanitario emanato il 28 novembre, individuava i generi suscettibili di contagio divisi in tre classi a seconda del trattamento a cui dovevano essere sottoposti: nella prima classe vi erano elencati i generi da sciorinare nei lazzaretti come i filati di ogni genere, le pelli, i capelli umani e il crine, gli animali, le monete, ogni sorta di chincaglieria, le stoffe e tutti i tessuti, i libri, i fiori artificiali e con qualche precauzione anche per quelli veri. Nella seconda classe vennero individuate le merci dubbie quali la frutta proveniente dall’Africa, ogni tipo di bacca come il pepe, il tabacco, le mercanzie contenenti stracci, carta, stoppa e corde, tutti articoli da sottoporre a purificazione a bordo dei mercantili prima dello sbarco o nella Casa di Sanità. Nella classe terza erano comprese quelle considerate meno rischiose di contagio quali le acque naturali e minerali, termali, gassose, i frutti, i liquori, le pietre, le terrecotte, ma da sottoporre in ogni caso a sterilizzazione.
La disinfezione delle carte e della posta avveniva secondo il sistema De Morveau, che prendeva il nome dal chimico francese barone Louis – Bernard Guyton – Morveau che l’aveva messo a punto alla fine del Settecento. Le carte erano sottoposte al suffumigi, cioè la purificazione mediante l'evaporazione di sostanze chimiche quali l’ossido nero di manganese polverizzato, sale da cucina, acido solforico e acqua. Il processo, che durava dai quindici ai trenta minuti, avveniva polverizzando e mescolando per bene gli elementi, versando e agitando la soluzione in un vaso adatto che veniva introdotto in una cassetta contenente le carte da disinfettare e poi chiuso. Ogni tanto la cassetta veniva aperta per voltare le carte e rimestare la soluzione, operazione che doveva avvenire nel più breve tempo possibile e richiudere subito il recipiente. Era preferibile utilizzare un vaso di vetro, ma era consentito anche adoperare quelli di terracotta purché integri. Quando erano singole carte da disinfettare il vaso veniva posto sulle brace vive in modo che il fumo prodotto andasse sulle stesse, tenute ferme da delle mollette su un filo, non più di quindici minuti.
Il sistema di purificazione di Guyton – Morveau venne utilizzato in occasione della diffusione del colera asiatico del 1855: il Consiglio Comunale nella seduta del 28 luglio dispose che la corrispondenza proveniente dalla parte settentrionale dell’isola dovesse essere sottoposta a suffumigi utilizzando una cassetta ad hoc fatta costruire per la circostanza e venne deliberato di acquistare una casa all’estremità dell’abitato e tutto il materiale necessario per tali operazioni.
Il chimico francese con il suo suffumigi, con il trattato Preservativi contro la peste ossia mal contagioso – Necessario opuscolo a tutti quelli che hanno volontà di vivere pubblicato nel 1804 e con altri suoi contributi scientifici collaborò a debellare le ondate epidemiche sviluppatesi nell’Ottocento.