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L’albero di Arnaldo e il suo gemello

Epitome di una celebrazione fascista nelle carte d’archivio del Comune di Oristano (1931-1934)

 

di Giovanni Murru

 

Celebrare con fini educativi la messa a dimora di un esemplare arboreo, affidandolo una scuola e ai suoi scolari, è un segno importante dell’opportunità che anche Oristano contribuisca a promuovere la consapevolezza e la condivisione del Green New Deal, delle politiche ambientali - europee e non solo - indirizzate a ridurre le emissioni, costruire resilienza, limitare vulnerabilità ed effetti negativi dei cambiamenti climatici: scuola Primaria e ambiente rappresentano un encomiabile connubio per concretizzare quanto indicato nel Goal #13, uno dei diciassette obiettivi elencati nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile. La necessità di sostituire un individuo arboreo non più sano, ancorché monumentale, con una pianta giovane e più adatta, consegnandola (non solo idealmente) alle giovani generazioni che abitano e rendono viva la scuola - per antonomasia - di una Città, non solo palesano una civiltà urbana ed ambientale positiva, ma anche una lungimirante impronta di sensibilità e di bellezza.

A questi valori si aggiunge anche la circostanza suggerita per celebrare il fondamentale messaggio (morale ed universale) insito nella ricorrenza della Giornata della Memoria. Essa si rinnova, in coerenza con quanto indica la Legge n. 211 del 20 luglio 2000, la quale, come è noto, previde l’Istituzione del «Giorno della Memoria» in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti» incoraggiando cerimonie, iniziative e riflessioni - in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado - su quanto accadde e al fine di custodire - nel futuro dell’Italia - la memoria di un periodo tragicamente oscuro della storia italiana ed europea e affinché simili eventi non possano mai più accadere. Va a merito del Comprensivo n. 1, e dell’istituzione che ha sede nella Via Solferino, aver promosso e divulgato da tempo la conoscenza della fondazione e della storia della scuola e dei suoi protagonisti, episodi ed eventi che hanno sollecitato la curiosità e la ricerca nell’ambito della storia e delle vicende della Città nel XX secolo, con esiti appassionati, documentati, rigorosi ed «open access». Alle molte iniziative puntuali, volute da Dirigenza e docenti, anche in occasione delle trascorse edizioni di «Monumenti aperti», hanno preso parte attiva classi, alunne ed alunni della scuola Elementare che nacque dall’impegno di molteplici attori, e il cui edificio scaturì dai lapis di due illuminati professionisti: Edoardo Busachi che lo progettò e Davide Cova, futuro Commissario prefettizio e antifascista, che diresse i lavori. Al termine di un iter, né breve né agevole, la Città si dotò di un edificio sociale importante e imponente, anche nella recinzione. Quadrangolare a due piani fuori terra, dal ritmo architettonico semplice e regolare, esso nacque con un impianto decorativo neoclassico, i cui rapporti cromatici originari, fra intonaco e cornici, verranno meno a seguito degli interventi di manutenzione succedutisi nei decenni, specie dai trascorsi anni Cinquanta in poi[1].

Quanto in premessa consente una breve digressione.

La rendono possibile i documenti dell’Archivio Storico del Comune di Oristano che correlano le vicende dell’Istituto comprensivo, delle Elementari più antiche del Capoluogo, a quelle dell’Amministrazione civica in periodo fascista. L’ampio spazio a verde della scuola, infatti, risulterà adatto ad ospitare l’albero commemorativo dedicato ad Arnaldo Mussolini (Dovia di Predappio, 1835 - Milano, 1931) il decesso prematuro del quale[2] veniva comunicato a spron battuto ai podestà del Regno, il 21 dicembre, appena poche ore dopo la dipartita.Dalla Prefettura di Cagliari il Commissario prefettizio di Oristano, Luigi Contini Vinci, apprendeva la notizia del

grave lutto che ha colpito S. E. capo governo per morte fratello Arnaldo direttore Popolo Italia avvenuto oggi Milano ore 13 per attacco cardiaco mentre saliva in automobile per rincasare[3]

Spettò perciò al Comando generale della Milizia Forestale diramare una nota (datata 25 dicembre 1931) affinché in tutti i Comuni, e secondo precise istruzioni, si eseguisse l’impianto di un albero alla «venerata memoria» di Arnaldo Mussolini, Presidente del Comitato Nazionale Forestale, dandone poi dettagliato riscontro:

La piantagione, che sarà benedetta da un sacerdote, avverrà per i Comuni capiluogo di provincia il giorno 24 Gennaio, prima domenica dopo il Trigesimo della Morte, ed in una delle domeniche successive negli altri Comuni. Questo atto di doveroso omaggio a chi con tanta fede e passione si fece apostolo delle rinascita forestale italiana avverrà nella forma più degna possibile col concorso delle Autorità, Istituzioni e Scuole, che la S. V. opportunamente inviterà[4].

Il 26 gennaio 1932 il vertice della Milizia Forestale di Cagliari elencava al podestà le istruzioni per un ordinato svolgimento della ricorrenza e addirittura affinché (in accordo con il fiduciario PNF e le autorità didattiche) si costituisse in sede locale un comitato incaricato di organizzare una cerimonia - sobria ed incisiva - «data la dignità dell’argomento»[5] precisando che l’albero da piantare poteva essere scelto o ricavato sul posto, a spese del Comune, adoperando «un cipresso od un pino fra le conifere, un lauro od una quercia od un olmo fra le latifoglie»[6]. La commemorazione era stata programmata inizialmente per il 31 gennaio 1932. E se, «causa assenza autorità didattica malattia Segretario Politico»[7], risultò necessario un primo rinvio, neppure il 7 febbraio si riusciva ad onorare la memoria del germano del Capo del Governo rimandando il tutto, giocoforza, alla domenica successiva: «A ore undici precise», nel piazzale del nuovo Edificio Scolastico, badando che tutte le Autorità cittadine, compresi i medici condotti, il veterinario, l’Ufficiale sanitario e gli Impiegati del Comune, ricevuta la comunicazione, sottoscrivessero la notifica per presa visione[8].

Non mancò un corollario celebrativo e commerciale talora più retorico dell’antefatto, come confermano corrispondenza e atti dell’Archivio comunale. Anzitutto riguardo alle due proposte di fornire all’ente una targa commemorativa, «consona a ricordare il Grande Estinto», foggiata in bronzo per essere applicata all’albero che lo avrebbe ricordato[9], quindi in merito alla promozione del volume Vita di Arnaldo, scritto da Benito Mussolini[10], sorta di «istant book» ante litteram (con illustrazioni e appendice) ripubblicato da vari editori e i cui utili della vendita, chiosava lo stampatore originario, sarebbero stati devoluti a scopi benefici[11].

La piantumazione, solenne quanto frettolosa, non tarderà tuttavia a mostrare i suoi limiti. Non solo a Oristano, ma anche in varie località viciniori. E perfino a Mussolinia di Sardegna:

È stato notato che in alcuni Comuni e Fraz. dipendenti, l’albero in memoria di Arnaldo Mussolini, per mancanza di cure od altre avversità, è in deperimento o addirittura secco. Mentre si rivolge caldo appello (…) di voler dare all’albero stesso amorevole attenzione si prega vivamente che entro la corrente stagione Silvana, e cioè al più presto, si provveda, se è necessario, alla sua sostituzione[12].

L’originaria essenza non avrebbe insomma indugiato a seccarsi.

Perciò - nel 1934 - sarà compito del podestà Paolo Lugas rassicurare la Milizia Forestale che, nel giardino delle scuole elementari di Oristano, si era provveduto alla sostituzione dell’albero in memoria di Arnaldo Mussolini e che ogni attenzione gli avrebbe riservato la solerte Direzione didattica di Via Solferino[13].

Alla circostanza e ai retroscena di una celebrazione rituale che accomunò, significativamente e forzatamente, i Comuni d’Italia nei primi anni Trenta, ci pare utile accompagnare, in chiusura, una postilla metodologica, in particolare sul rapporto fra immaginario e simbolismo politico, «luoghi della memoria», custodia e divulgazione della storia nazionale, cari al regime. Il tema (approfondito anche da Annarita Gori[14]) rinvia alle contaminazioni fra religione e politica e alla creazione di liturgie laiche, mutuate dalla sfera del sacro assai prima del XX secolo, e che il mussolinismo palesò pour cause nell’intensificazione di peculiari politiche (encomiastiche e commemorative) non più (o ben più) che municipali o localistiche. Con gli annessi comitati, rievocazioni, luoghi e sacrari del ricordo. Anche ciò concorse al germoglio di uno spirito pubblico, alla nazionalizzazione delle masse, a ciò che, per dirla con George Mosse, corroborò l’affermazione epocale dell’estetica della politica e quanto, dall’ultimo quarto dell’Ottocento in avanti, nutrì la suggestione esercitata da modelli e mistificazioni, da miti, rappresentazioni e «mis en scène».

Al di là delle riflessioni storiche e documentarie, l’esercizio delle deleghe sul tema ecologico, pedagogico, culturale, assegnate a chi amministra l’odierna Comunità, in primo luogo agli Assessorati della Cultura e Pubblica Istruzione e a quello all’Ambiente, ci pare consenta di «piantare» e far attecchire (anche metaforicamente) un opportuno seme d’identità e conoscenza, foriero di novella, oristanese e tollerante Cittadinanza.

Un verso di Franco Fortini recita e rammenta che guardando gli alberi ci è dato apprendere chi furono i nostri padri. Ciò agevola a riconoscere e smascherare gli «ismi» (vecchi e nuovi) raccontati dalla storia, con quanto emerge, nella vivace pluralità delle fonti, dalle carte d’archivio, ma dando altresì significato a quanto accade nella circostanza della Giornata della Memoria, per ribadire un appello contro l’indifferenza e contro l’oblio e affinché la coscienza (etica ed ambientale) delle nuove generazioni ne tragga monito e incoraggiamento leggendo eventi e memoria della Città, nella cornice della ricorrenza del 2021, a partire da un gesto semplice, ma fecondo, e per le coscienze e per il Creato.

 

L’Autore ringrazia la Responsabile e il Personale dell’Archivio Storico Comunale. La loro disponibilità e collaborazione hanno agevolato la redazione della ricerca.

[1] Comune di Oristano, Piano Urbanistico Comunale. Relazione assetto storico culturale, a cura di S. Atzori e D. Finocchio, Oristano, 2011, pp. 42-43.

[2] Fratello (più giovane di due anni) del duce, uomo di fiducia di Benito, Arnaldo Mussolini si diploma alla Scuola agraria. Docente in vari istituti è nominato segretario comunale a San Vito al Tagliamento (Pordenone) e successivamente a Predappio (Forlì). Ex Combattente si trasferisce a Milano nel 1919. Direttore amministrativo poi editoriale del quotidiano «Il Popolo d’Italia», dal 1923 svolge un’intensa attività giornalistica, con ruoli di controllo e vigilanza sulla stampa e per la propaganda, ma la vocazione ambientale e boschiva ne addurranno l’assegnazione della Presidenza del Comitato Forestale. Nell’aprile del 1930 coadiuva la fondazione della Scuola di Mistica Fascista. Sul tema cfr. G. Albanese, «Mussolini, Arnaldo», in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. LXXVII, 2012 - www.treccani.it. Riferimenti iconografici sulle esequie del personaggio in www.archivioluce.com.

[3] Telegramma del Prefetto di Cagliari, Michele De Tura, al Commissario prefettizio di Oristano, L. Contini Vinci, 21 dicembre 1931, in Archivio Storico del Comune di Oristano, Sezione Storica, d’ora in poi ASCO-SS, Solennità Civili, Commemorazioni ecc., fasc. n. 6316, cc. 1-22.

[4] Lettera del Comando della Legione della Milizia Forestale al podestà di Oristano, 25 dicembre 1931, in ASCO-SS, Solennità Civili, cit.

[5] Cerimonia in memoria di Arnaldo Mussolini, Lettera della Milizia Forestale, Comando staccato di Cagliari, al podestà di Oristano, 26 gennaio 1932, in ASCO-SS, cit.

[6] Ibidem.

[7] Telegramma del podestà di Oristano, L. Contini Vinci, alla Milizia Forestale, Comando staccato di Cagliari, 28 gennaio 1932, in ASCO-SS, cit.

[8] Nota del Podestà di Oristano, L. Contini Vinci, agli Impiegati del Comune, 12 febbraio 1932, in ASCO-SS, cit.

[9] Lettera del podestà di Oristano, L. Contini Vinci, alla Ditta Pietro Valdès di Cagliari, 12 febbraio 1932, in ASCO, SS, cit. Nel marzo successivo perverrà un’offerta dalla fonderia Paccagnini di Milano, per la fornitura di un’insegna presumibilmente simile a quella già acquistata.

[10] B. Mussolini, Vita di Arnaldo, Edizione Il Popolo d’Italia, Milano, 1932.

[11] Lettera commerciale dell’Amministrazione de «Il Popolo d’Italia» al Comune di Oristano, 10 maggio 1932, in ASCO, SS, cit.

[12] Lettera del Comando della Milizia Forestale, Distaccamento di Oristano, ai podestà di Oristano, Simaxis, Solarussa, Riola, Cabras, San Vero Milis e Mussolinia, 27 febbraio 1934, in ASCO-SS, cit.

[13] Lettera del direttore didattico, Antonio Loy, al podestà di Oristano, P. Lugas, 12 marzo 1934, in ASCO-SS, cit.

[14] A. Gori, Tra patria e campanile. Ritualità civili e culture politiche a Firenze in età giolittiana. Prefazione di F. Conti, Milano, 2014, p. 7 e ss.

Ditta C. Paccagnini, Milano, 1932. Targa Arnaldo Mussolini
PODESTA' DI OR A MILIZIA FORESTALE - DISTACCAMENTO DI OR-COMUNICAZIONE MESSA A DIMORA ALBERO GEMELLO IN MEMORIA DI A. MUSSOLINI
PODESTA' DI OR AD IMPIEGATI COMUNALI-LETTERA CONVOCAZIONE A CERIMONIA IN RICORDO DI A. MUSSOLINI
TELEGRAMMA DEL PREFETTO DI CAGLIARI AL PODESTA' DI ORISTANO_DECESSO ARNALDO MUSSOLINI

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