YO EL REY
di Andrea Sanna
Tra le molteplici testimonianze del passato serbate presso l’Archivio Storico del Comune di Oristano, vi sono alcune pagine che costituiscono una vera e propria istantanea di un particolare momento storico. Tra queste si annovera una missiva redatta per volontà del sovrano della monarchia asburgica di Spagna Filippo IV, da indirizzarsi ai fedeli vassalli del regno di Sardegna. Il 6 maggio 1634 dal palazzo di Aranjuez (Madrid), el Rey descrive i gravi frangenti che sta attraversando la sua monarchia quale accorato preambolo alla richiesta che desidera loro inoltrare. Ci troviamo pertanto nell’ultima porzione cronologica della guerra dei Trent’anni (1618-1648) che viene concordemente definita come “ Fase Francese”. Nella lettera vengono menzionate le condizioni nelle quali versano le sue armate che risultano impegnate oramai duramente da alcuni decenni su molteplici fronti e di conseguenza soffrono per pesanti carenze in vari settori. Infatti nel sottolineare la sua elevata missione spirituale per la difesa della fede cattolica, il sovrano evidenzia la necessità di un rapido apporto di nuove forze. Tale refuerço gli occorre per opporsi ai nuovi e continui progetti di invasione elaborati dal nemico a danno dei suoi regni. In quel momento gli stessi vengono minacciati da una grande rovina ed in particolar modo questo regno che si trova esposto al pericolo più di altri. Pertanto ha disposto che da tutte le parti e nell’Isola si faccia una leva di uomini per arruolare un terçio (reggimento) che vada a combattere nelle Fiandre al comando del Cardinal Infante suo fratello. Per adempiere a tale soccorso incarica il marchese di Almonazir, suo luogotenente e capitano generale, sicuro dell’aiuto dei fedeli vassalli anche in questa occasione.
Poco meno di un mese dopo, il viceré Don Antonio de Urrea, marchese di Almonazir e conte di Pavia, trasmette copia di tale missiva destinandola specificatamente ai consiglieri della città regia di Oristano. Come prevede l’etichetta di corte, la richiesta del monarca viene accompagnata da alcune righe che sostengono l’iniziativa, ma allo stesso tempo contengono un ulteriore richiesta. Il viceré nel rimarcare la difficile situazione nella quale si dibatte la monarchia nel combattere i molti nemici che vogliono opprimere la Santa Fede, sottolinea che secondo la sua opinione sarebbe “un espediente molto soave” sostenere questa leva di soldati con una somma di duecento scudi da versarsi una tantum.
I consiglieri oristanesi risponderanno con rammarico a Vuestra Excellencia che non sanno proprio dove reperire tale somma, dato che la citta ha già contribuito con 3.000 lire sarde nell’adempiere al Real Servizio verso sua maestà. Nel lungo corso temporale della guerra, Oristano fornirà il proprio contributo con l’invio di uomini, cavalli e denaro, ma soprattutto verserà una notevole quantità della risorsa più preziosa che possiede, ovvero il frumento proveniente dai suoi Campidani. Sarà proprio il grano conservato nei numerosi magazzini pubblici e privati a decretare il tragico destino della città nel febbraio 1637. L’invasione e la distruzione di buona parte delle strutture urbane avverrà da parte di affamate truppe francesi, giunte appositamente per reperire gli approvvigionamenti necessari al proseguimento della campagna militare per l’anno in corso, proprio perché la notorietà dell’abbondanza dei cereali locali aveva oltrepassato i limiti del territorio isolano.
Trascrizione da ASCO, Sezione Antica, Libro di Consiglieria, n. 333, c28r.
El Rey
Amados y fieles mios la deffensa de nuestra sagrada religion y mi monarchia pone en tan apretado estado mis armas que con serlas que el mundo sabe oy necesitan de refuerço prompto de gente para oponerme a los intentos de los enemigos que continuamente maquinan nuevas invasiones y acometimientos poniendo como oy estan las cosas en estado que amenaza gran ruina en mis Reynos, si a con presteza no se repara en que viene a ser tan interesado esse por estar expuesto mas que otros al peligro y entre los medios que se van disponiendo he mandado hazer levas en todas partes y en esse Reyno de un tercio que pase a Flandes con el Infante Cardenal mi hermano, Para la qual os encargo que por vuestra parte ajudeis con lo que os aduiertiere al Marquis de Almonazir mi lugarteniente y Capitan general en esse Reyno a que me obliga hallarme tan apurado de hazienda y lo que fio de Vos en esta ocasion, datty en Aranxuez a sey 6 de Mayo MDCXXXIIII.
Yo el Rey