Logo del Comune di Oristano

Comune di Oristano - sito web ufficiale

Sezioni principali del sito e Elenco Siti Tematici

Menu principale

Oristano nei suoi documenti

ORISTANO CITTà REGIA

 

La Città di Oristano fu ammessa a far parte del patrimonio della Corona d’Aragona a seguito della sconfitta, subita nella battaglia di Macomer del 1478, da Leonardo Alagon, ultimo rappresentante del Marchesato. L’atto con il quale all’ex capitale del Giudicato di Arborea furono riconosciute una serie di prerogative regie - tra le quali spicca il riconoscimento formale del titolo di Città - è ancora oggi perfettamente conservato: fa bella mostra di sé presso l’Archivio storico del Comune di Oristano e riporta la data del 12 agosto del 1479, in Saragozza.

Per volontà dei sovrani catalano-aragonesi, Oristano, che da tempo non godeva di alcuna forma di governo, e i Campidani Maggiore, di Simaxis e Milis, le regioni note come Parte Guilcier e Parte Barigadu videro riconosciuta l’unione perpetua alla Corona e soddisfatte una serie di richieste. Con questo atto furono formalizzate le nuove norme per la nomina degli ufficiali regi operanti in Città e nei Campidani: in particolare si stabilì che ogni anno nella ricorrenza di Sant’Andrea Apostolo (30 Novembre) si sarebbe proceduto all’elezione di cinque consiglieri chiamati al governo del capoluogo. A essi sarebbe stato riconosciuto un salario pari a cinquanta lire di moneta cagliaresa. Le risorse per il pagamento dei salari degli ufficiali sarebbero state tratte dai proventi del diritto del vino nella misura di una lira cagliaresa su ciascuna botte.

Tra le prerogative riconosciute dal Sovrano figurava anche la facoltà - conferita a Consiglieri e Podestà - di imporre nuove tasse per far fronte alla necessità di garantire alla Città un’autorità civile e penale sugli ufficiali del Marchesato, per l’appello alle sentenze dei quali comunque si sarebbe fatto ricorso alla giurisdizione viceregia.

Altre disposizioni si riferivano a vari aspetti della vita sociale e politica cittadina: non si sarebbe potuto procedere all’arresto dei cittadini in mancanza delle indagini preliminari; le incontrade di Parte Guilcier e Parte Barigadu avrebbero dovuto contribuire ai rifornimenti cittadini; si prevedeva l’adozione di misure atte a favorire il ripopolamento dei centri urbani dando facoltà - a consiglieri e podestà - di perdonare chiunque e per qualsiasi crimine, sulla falsariga del privilegio già concesso alla città di Villa di Chiesa (attuale Iglesias). Di contro, il viceré non avrebbe potuto concedere perdono alcuno per un debito verso un cittadino di Oristano. Inoltre, chiunque avesse preso moglie o si fosse trasferito con la famiglia in Città - per risiedervi in maniera continuativa - avrebbe ricevuto l’indulgenza per qualsiasi delitto commesso al di fuori del Regno di Sardegna, fatta eccezione per i crimini di lesa maestà, infedeltà, tradimento, eresia, morte passata in giudicato e per debiti nei confronti di cittadini oristanesi. Furono ammessi degli interventi per il rifacimento della cinta muraria, per l’esenzione della città dal pagamento di prestazioni in natura o in denaro e si formalizzò l’assegnazione di una rendita annua a beneficio del Monastero di Santa Chiara.

Il tenore, il significato e lo scopo delle concessioni fatte alla Città e ai propri abitanti, ufficializzate in questo prezioso documento, permettono di avere contezza di quale fosse la situazione socio economica alla fine delle lunghe guerre che avevano martoriato il territorio e, non ultimo, quanto fosse energica la volontà, e così pure l’esigenza, di mettere in atto una politica di rinnovamento in grado di non trascurare nessun aspetto del vivere cittadino.

 

(A cura di Antonella Casula con la collaborazione di Rossella Tateo e Ilaria Urgu)

  

*** SEZIONE IN FASE DI AGGIORNAMENTO ***

Home  |   Contatti  |   Mappa  |   Link consigliati  |   RSS  |   Accessibilità  |   Dichiarazione di Accessibilità  |   Area riservata  |   Note legali  |   Privacy  |   Credits                  ConsulMedia 2014