Lo storico ottocentesco Vittorio Angius, a proposito delle tradizioni religiose del popolo sardo, affermava che “è universale la credenza della protezione delle anime purganti verso quelli che le suffragano con le orazioni, le messe, le elemosine e le buone opere”. Vi è, inoltre, la credenza che nella processione del Corpus Domini “i defunti facciano lunga coda dopo i vivi, e subito dopo questi camminino quelli che sono trapassati di recente”. Come in tutti i centri della Sardegna, anche ad Oristano si usa festeggiare i santi patroni cui sono devoti gli abitanti, nelle varie sagre, feste e manifestazioni religiose. I percorsi processionali sono tipiche espressioni di questi eventi religiosi, tra i quali ricordiamo: il Corpus Domini (Il Corpo del Signore), la Beata Vergine d'Itria, Sant'Efisio Martire, San Giovanni Battista, il Sacro Cuore, San Paolo, Sant'Ignazio e Santa Rita. Particolari le diverse processioni e i riti della Settimana Santa (Is Misterius ovvero i Misteri, Su Jesus cioè Gesù, Sa Maria ossia la Madonna, S'Interru vale a dire il funerale di Gesù Cristo, S'Incontru o l'Incontro, Sa Gloria o meglio la Resurrezione). Sino agli anni Cinquanta del secolo scorso si festeggiavano anche San Vincenzo, Sant'Alessandro, San Costantino Magno Imperatore e Santa Croce. Ancora oggi, nelle strade interessate dai percorsi processionali, il passaggio dei fedeli e dei simulacri dei Santi accolto da un tappeto di fiori ed erbe profumate, sa ramadura (l'infiorata), curata dagli abitanti che provvedono, inoltre, ad adornare i balconi e le finestre delle case con tappeti e drappi finemente ricamati.